FOCUS: aumentano le implicazioni dell'invecchiamento demografico sul credito (S&P)
MILANO (MF-NW)--L’invecchiamento demografico, determinato dalla combinazione di una minore natalità e di un’aspettativa di vita sempre più elevata, è ormai un trend misurabile nella maggior parte delle economie avanzate e in via di sviluppo. Secondo S&P Global Ratings, i potenziali impatti di questo fenomeno sul merito creditizio di economie, settori e asset class sono destinati ad aumentare. Tuttavia, la loro reale portata e il momento in cui si manifesteranno rimangono difficili da prevedere.
Gli effetti dell’invecchiamento non si distribuiranno in modo uniforme: le dinamiche demografiche variano da Paese a Paese e si intrecciano con altri megatrend come il cambiamento climatico, l’instabilità geopolitica e l’avanzamento tecnologico, in particolare nel campo dell’intelligenza artificiale. Alcune implicazioni sono già visibili, ma altre si materializzeranno nel tempo, contribuendo a generare sia rischi che opportunità su scala globale.
CINQUE FATTORI CHIAVE DI TRASMISSIONE DEL RISCHIO CREDITIZIO
Secondo gli esperti di S&P, i principali canali attraverso cui l’invecchiamento può influire sulla qualità del credito riguardano: la distribuzione per età della popolazione, la partecipazione al mercato del lavoro, i livelli di produttività, i flussi migratori e le scelte di politica pubblica. Questi elementi, interagendo tra loro, generano traiettorie complesse, con impatti osservabili sia a livello macroeconomico, sia settoriale, sia sul singolo emittente. Le ricadute si rifletteranno direttamente su parametri fondamentali come i ricavi, la struttura dei costi, l'indebitamento e l’accesso al finanziamento.
SETTORI SOTTO PRESSIONE E SETTORI IN ESPANSIONE
In generale, il calo demografico può pesare negativamente sulla crescita economica. Si prevede, per esempio, una minore domanda per servizi scolastici, prodotti per l’infanzia e persino telecomunicazioni, nei mercati saturi. Anche l’immobiliare per studenti e alcuni segmenti dei consumi discrezionali rischiano una contrazione. Al contrario, la sanità e i servizi finanziari legati alla previdenza mostrano un potenziale di crescita. Aziende che sviluppano soluzioni specifiche per la popolazione anziana potrebbero beneficiare di una domanda in espansione.
FOCUS STRATEGICO SU FARMACEUTICA E SALUTE
Uno dei settori più esposti positivamente è quello farmaceutico. Le grandi case del pharma continuano a investire in ricerca e sviluppo per prodotti destinati all’invecchiamento della popolazione. Merck & Co, per esempio, ottiene già oltre il 40% dei ricavi dal solo Keytruda, un farmaco oncologico il cui impiego cresce con l’avanzare dell’età. Secondo l’Alzheimer’s Association, quasi la metà dei casi di Alzheimer riguarda over 75, e oggi sono nove i farmaci approvati per questa patologia. Nonostante le pressioni normative e i prossimi expiries brevettuali, i big pharma investment grade mostrano ancora solidi fondamentali, grazie a un focus su target ad alto potenziale e a modelli di business meno esposti alle difficoltà dei servizi sanitari. S&P stima che nel 2024 l’industria abbia destinato in media il 18% dei ricavi alla ricerca.
UN PERCORSO NON LINEARE, TRA INCERTEZZA E DIVERGENZE REGIONALI
Gli esperti sottolineano che l’impatto aggregato dell’invecchiamento demografico sul credito non seguirà una traiettoria semplice né uniforme. Diverse fasi dell’invecchiamento possono comportare implicazioni molto diverse tra loro. Mentre nei mercati sviluppati si osserva una transizione lenta ma strutturale, nei mercati emergenti i modelli demografici possono cambiare rapidamente sotto la spinta di migrazione o shock politici. In ogni caso, secondo gli analisti, il peso dell’invecchiamento sulle condizioni di credito è destinato ad aumentare nei prossimi anni, rendendo sempre più necessario integrare la demografia nelle valutazioni finanziarie e nelle strategie di investimento.
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MF NEWSWIRES (redazione@mfnewswires.it)
2614:51 giu 2025