FOCUS: diversificazione resta strategia più prudente in scenario attuale (Vanguard)
MILANO (MF-NW)--Il primo semestre del 2025 ha evidenziato la crescente divergenza tra i mercati azionari globali. L’Europa si è distinta come l’area più performante, sostenuta da valutazioni più attraenti, una politica monetaria più accomodante e dallo stimolo fiscale tedesco. Al contrario, l'azionario statunitense ha perso l’8% in euro, penalizzato dal forte deprezzamento del dollaro, che ha inciso sui rendimenti per gli investitori internazionali. È quanto emerso dall'outlook del secondo semestre di Vanguard dal titolo 'La diversificazione globale dà prova di valore nel contesto di incertezza'. L'indebolimento della valuta statunitense, legato al crescente deficit fiscale e al disavanzo delle partite correnti, ha minato la fiducia nel biglietto verde, aggravando l'effetto valutario per i portafogli non coperti. Secondo Vanguard, i mercati obbligazionari si confrontano con una nuova normalità caratterizzata da rendimenti più elevati e da crescenti pressioni sulla sostenibilità della finanza pubblica. Negli Stati Uniti, il deficit annuale si attesta tra il 6% e il 7% del Pil, con una quota crescente destinata al pagamento degli interessi. Anche in Europa e nel Regno Unito i tassi sul decennale restano su livelli sostenuti, spinti dalla necessità di finanziare programmi pubblici più ampi. Tuttavia, secondo Vanguard, questo contesto crea un'opportunità per gli investitori a lungo termine, grazie a rendimenti reali positivi che derivano più dal reinvestimento delle cedole che dall'apprezzamento dei prezzi. "In un contesto di rendimenti azionari più contenuti, obbligazioni con tassi più elevati e incertezze geopolitiche persistenti, la società di investimenti ribadisce che la diversificazione resta la strategia più robusta per affrontare il secondo semestre del 2025. Non è solo un pasto gratis, ma oggi anche la scelta più prudente".
IL PREMIO AL RISCHIO SULL’AZIONARIO USA SI ASSOTTIGLIA
Secondo Vanguard, il premio al rischio dell’azionario statunitense è oggi prossimo allo zero, una condizione che si è verificata solo due volte negli ultimi settant’anni. In termini relativi, le azioni americane risultano tra le più costose degli ultimi 25 anni rispetto all’obbligazionario, in un contesto in cui anche gli spread di credito sono compressi. La combinazione di valutazioni elevate e rendimenti obbligazionari più interessanti suggerisce che il classico rapporto rischio-rendimento dell’azionario Usa non è più così favorevole. Per questo motivo, gli analisti del gruppo raccomandano di puntare su una maggiore diversificazione settoriale e geografica, per ridurre il rischio di concentrazione e rafforzare la resilienza dei portafogli a lungo termine.
PREVISTI DUE TAGLI DEI TASSI DA PARTE DELLA FED IN SECONDO METÀ 2025
Nonostante un contesto segnato da forte incertezza sulle politiche economiche, l’economia americana ha mostrato resilienza nella prima metà del 2025. Il mercato del lavoro si è raffreddato ma rimane stabile, mentre l’inflazione ha sorpreso positivamente. In questo scenario, la recente de-escalation sul fronte dei dazi con la Cina ha permesso una revisione al rialzo delle stime economiche, allontanando il rischio di stagflazione. Vanguard prevede due tagli dei tassi da parte della Fed nella seconda metà dell’anno, ma segnala un cambiamento di focus: l’attenzione dei mercati si sta infatti spostando sulla politica fiscale. Il tema del deficit, stimato al 6-7% del Pil con una quota crescente destinata al servizio del debito, alimenta dubbi sulla sostenibilità a lungo termine della finanza pubblica Usa
LA CRESCITA DELL’AREA EURO RESTERÀ CONTENUTA
Per l’Eurozona, le previsioni di crescita restano modeste: attorno all’1% sia nel 2025 sia nel 2026. Il rallentamento della domanda globale, aggravato dall'incertezza sulle politiche e dall'impatto dei dazi, continuerà a pesare sull'attività economica. Vanguard prevede un solo ulteriore taglio dei tassi da parte della Bce nel corso del ciclo, probabilmente a settembre, portando il tasso di riferimento all'1,75%, al di sotto della stima del tasso neutrale (2%-2,5%). Segnali più concreti di ripresa dovrebbero arrivare dal 2026, grazie all'attuazione dei piani di stimolo pubblico, in particolare in Germania. Quanto al Regno Unito, l'economia ha tenuto meglio del previsto nel primo trimestre, ma le pressioni sul mercato del lavoro – anche per via dell'aumento degli oneri contributivi – stanno rallentando la crescita dell'occupazione. La Bank of England dovrebbe proseguire con tagli trimestrali dei tassi, fino ad arrivare al 3,75% entro fine anno
I RISCHI PER GIAPPONE E CINA
La domanda interna è solida e i salari in crescita, ma il rallentamento delle esportazioni ha trascinato il Pil in territorio negativo. La BoJ dovrebbe alzare ancora i tassi, anche se con cautela. Le stime sul tasso terminale sono state riviste al ribasso dallo 1% allo 0,75%. Nonostante lo shock dei dazi, le esportazioni cinesi sono rimaste robuste. Le previsioni di crescita sono state riviste al rialzo al 4,6%, mentre le autorità dovrebbero intervenire con un taglio dei tassi di 10 punti base, portandoli all’1,3%. Le pressioni deflazionistiche restano, ma la de-escalation commerciale offre un parziale sollievo.
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0819:24 lug 2025