FOCUS: GS vede tre scenari possibili in disputa commerciale Ue-Usa
MILANO (MF-NW)--Il futuro dei rapporti commerciali tra Stati Uniti e Unione europea resta sospeso tra trattative in salita e minacce di nuove barriere. È quanto emerge dal report “EU—What’s the Deal With the Deal? EU-US Trade Scenarios” firmato da Filippo Taddei, economista di Goldman Sachs, che analizza i potenziali sviluppi negoziali e i relativi impatti sul quadro macro dell’area euro.
Le trattative tra Stati Uniti e Ue, avviate dopo l'annuncio dei dazi su acciaio e alluminio a febbraio, finora hanno registrato pochi progressi, ma potrebbero accelerare in vista della scadenza della moratoria il 9 luglio. Al centro del confronto, divergenze di fondo sull'interpretazione stessa delle tariffe: per Washington rappresentano un punto di partenza per negoziare concessioni da parte dell’Ue; per Bruxelles, invece, un tetto da ridurre per evitare ulteriori tensioni.
L'amministrazione Usa ha avanzato richieste all'Ue su tre fronti principali: barriere tariffarie e non tariffarie verso le imprese statunitensi, approccio regolatorio del blocco europeo in materia di servizi digitali, e infine l'accesso al mercato dei prodotti farmaceutici. L'Ue ha già risposto con due proposte: una riduzione generalizzata dei dazi (tariffe zero per zero sui beni industriali) e un incremento degli acquisti di beni statunitensi al fine di ridurre il disavanzo commerciale bilaterale.
I 3 SCENARI ANALIZZATI DA GS
Secondo Goldman, restano margini di compromesso, ma l'attuale contesto può evolvere secondo uno di tre scenari. In quello di base, la banca stima un possibile incremento complessivo di 15 punti percentuali del livello effettivo dei dazi Usa sui beni europei, rispetto agli 8 punti già accumulati negli ultimi anni. La misura si riferisce a possibili dazi settoriali su beni “critici” introdotti da Washington, a cui Bruxelles risponderebbe in modo calibrato per evitare un'escalation. In questa ipotesi, il Pil dell’eurozona si ridurrebbe dello 0,7% al 2026.
Lo scenario positivo, definito “UK-like”, prevede alcune esenzioni sui dazi Usa in cambio di un miglior accesso al mercato europeo e di maggiori acquisti di beni statunitensi per circa 100 miliardi di euro. Ma Goldman giudica questa via poco probabile nel breve termine. L’impatto stimato sul Pil sarebbe più contenuto (-0,4%). Infine, il quadro di rottura prevede dazi del 20% da entrambe le parti e contromisure più aggressive da parte dell’Ue, con una contrazione del Pil dell’eurozona fino a -1%. In tutti i casi, l’effetto sui prezzi dovrebbe restare contenuto, grazie a un mix di domanda debole e risposta compensativa dei mercati.
"La traiettoria dell’attività economica e dell’inflazione europea dipenderà fortemente dallo stato della domanda globale, dalle condizioni finanziarie e dal comportamento dei mercati energetici e valutari", conclude il team di Goldman.
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2014:26 mag 2025