FOCUS: in 3* trim minore volatilità sui mercati, commodity spinte da megatrend (BG Saxo)
MILANO (MF-NW)--Il settore delle materie prime ha chiuso la prima metà del 2025 su basi più solide, con il Bloomberg Commodity Total Return Index in rialzo del 5,5%: il calo del 2,7% del secondo trimestre (i peggiori tre mesi degli ultimi due anni) è infatti stato più che compensato dal migliore degli ultimi quattro anni ( 8,9% nel primo).
L'asset class rimane infatti sottoposta a trend che vanno oltre domanda e offerta, sostiene Ole Hansen, head of Commodity Strategy di BG Saxo e Saxo Bank. Tra questi, flussi speculativi, tassi d'interesse che incidono sul costo di mantenimento per gli asset non redditizi e la correlazione inversa con il dollaro. Anche la liquidità e il sentiment giocano un ruolo chiave, mercati poco liquidi o improvvisi cambiamenti di sentiment possono generare movimenti di prezzo fuori misura, indipendentemente dai fondamentali sottostanti.
Dal terzo trimestre in poi sui mercati è attesa tornare una maggiore chiarezza, specialmente grazie alla conclusione dei negoziati tariffari. Tuttavia, il dollaro è atteso rimanere sotto pressione - non da ultimo perché un biglietto verde più debole si allinea alle preferenze dell'attuale amministrazione statunitense.
"Processi come la deglobalizzazione, la decarbonizzazione, l'aumento della spesa per la difesa, la de-dollarizzazione, le dinamiche demografiche, l'urbanizzazione e il cambiamento climatico stanno contribuendo a modificare in modo significativo i fondamentali della domanda e dell'offerta", prosegue Hansen. "Guardando al futuro, molti dei fattori sopra citati sono associati a un'elevata intensità di risorse. In tale contesto, metalli preziosi e industriali, così come il gas naturale, continuano a essere oggetto di attenzione da parte degli operatori di mercato. Al contrario, il petrolio greggio potrebbe risentire nel medio termine di un aumento dell'offerta da parte dell'Opec e di una pressione sui prezzi, elementi che potrebbero incidere sulla sostenibilità produttiva dei player a più alto costo. Inoltre, l'evoluzione delle politiche commerciali e internazionali statunitensi potrebbe influenzare ulteriormente il quadro macroeconomico".
Nel primo semestre, la maggior parte dei guadagni dell'indice è arrivata da soli quattro contratti: oro ( 24,4%), argento ( 22,9%), rame ( 24,9%) e bestiame vivo ( 18,1%). Al ribilanciamento annuale dell'indice all'inizio di gennaio, questi mercati rappresentavano il 27,8% del paniere. "Le loro solide performance hanno spinto tale quota a sfiorare un terzo del totale, evidenziando la loro influenza significativa sui rendimenti dell'indice in vista della seconda metà dell'anno", commenta l'esperto.
A livello di performance, il platino è salito del 48% segnando quella migliore in assoluto. Tuttavia, il contratto non è incluso nell'indice di Bloomberg. All'estremo opposto, il comparto dei cereali ha penalizzato la performance, trainato al ribasso da mais e grano, appesantiti da abbondanti scorte globali e dalle prospettive di un altro raccolto eccezionale nell'emisfero nord, dopo una stagione molto positiva nell'emisfero sud, guidata dal Sud America.
Anche cacao e caffè, due tra i prodotti con le performance più brillanti degli ultimi mesi, hanno registrato un rallentamento a fine trimestre - il primo sulla scia del miglioramento delle condizioni di coltivazione in Brasile e il secondo per la domanda più debole. "Sebbene le prospettive per il cacao siano migliorate", spiega Hansen, "grazie anche a previsioni di produzione più favorevoli, permane un certo grado di incertezza legato a sfide strutturali e a vincoli di finanziamento nei due principali Paesi produttori", ovvero Costa d'Avorio e Ghana. Il consumo di caffè, al contrario, si è mantenuto solido nonostante l'aumento dei prezzi, con la bevanda ancora percepita come un lusso accessibile.
Passando agli energetici, le tensioni in Medio Oriente hanno innescato un forte rally, che si è rapidamente invertito. Il Brent e il Wti sono scesi di circa il 4% durante il semestre, "poiché l'attenzione è tornata sul potenziale freno alla crescita globale dovuto ai dazi di Trump e al rischio di un mercato in eccesso di offerta in vista dell'autunno", spiega l'esperto di commodity di BG Saxo.
Infine, per quanto concerne il gas naturale, il rialzo del 2% nel primo semestre è riconducibile principalmente all'espansione dei data center e al suo ruolo di backup flessibile per le energie rinnovabili intermittenti, nonostante la robusta crescita della produzione e il clima mite abbiano frenato i consumi nel breve termine.
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(fine)
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0813:33 lug 2025