FOCUS: Banco Bpm tra CR Asti e Crédit Agricole Italia, l'analisi di Scope Ratings

MILANO (MF-NW)--La lente degli analisti di Scope Ratings rimane su Banco Bpm, uno dei player più gettonati per dare il via a una nuova ondata del risiko bancario.

Alessandro Boratti, analista del settore financial institutions di Scope, si sofferma sulle ultime indiscrezioni di stampa sull'interesse di Castagna per la Cassa di risparmio di Asti, attualmente partecipata al 9,99%. Scope riporta che il Banco è in competizione con altre banche per rilevare il 31,8% in mano alla Fondazione CR Asti: secondo i termini dell'accordo tra l'Acri, l'associazione che riunisce le casse di risparmio italiane, e il Tesoro, le Fondazioni devono diversificare gli investimenti al fine di limitare il rischio di concentrazioni e in alcuni casi questo comporta la necessità di limitare la partecipazione detenuta negli istituti - come nel caso della Cassa di risparmio di Asti, che vanta 210 filiali tra le regioni più ricche d'Italia (Lombardia e Piemonte, ma anche Veneto e Liguria).

Boratti sottolinea che un accordo con la Fondazione darebbe a Piazza Meda ulteriore copertura in queste ricche Regioni, mentre la seconda opzione (l'aggregazione con Crédit Agricole Italia) risulterebbe maggiormente trasformativa.

Il gruppo bancario francese considera l'Italia il suo secondo mercato interno e un'area di crescita e la Banque Verte vanta già partnership di lungo termine con Banco Bpm nei settori assicurativo e del credito al consumo, oltre ad aver recentemente aumentato la sua partecipazione azionaria dal 9,2% al 19,8% e ad aver presentato alla Bce lo scorso luglio una richiesta per aumentare la sua partecipazione a oltre il 20%.

Una fusione tra le due realtà creerebbe un gruppo solido con un modello di business ben diversificato, dimensioni significative (attivo totale superiore a 300 miliardi di euro e una quota di mercato dei prestiti vicina a quella di UniCredit) e una presenza geografica concentrata nelle regioni più ricche d'Italia.

L'operazione potrebbe essere supportata da una serie di fattori. Innanzitutto e diversamente dal deal tra il Monte e Mediobanca, entrambi i gruppi operano come banche universali, offrendo servizi completi e complementari nei settori bancario, wealth management e assicurativo. Il portafoglio crediti di Banco Bpm è orientato alla clientela business, mentre quello di Crédit Agricole Italia è maggiormente orientato alla clientela retail.

In secondo luogo, le reti di filiali di Banco Bpm e di Crédit Agricole in Italia si sovrappongono in Lombardia, Veneto, Toscana e Sicilia, offrendo il potenziale per una riduzione dei costi, sebbene entrambe le banche abbiano già razionalizzato la propria presenza fisica: -38% per Piazza Meda, -30% per Crédit Agricole tra il 2017 e il 2024. A questo si aggiungono le già citate joint venture nei rami danni e credito al consumo; Crédit Agricole detiene oltre il 60% in entrambi i casi. Un accordo potrebbe quindi essere strutturato come una fusione amichevole, il che ridurrebbe (ma non eliminerebbe) il rischio di esecuzione.

Una fusione darebbe probabilmente origine a una struttura azionaria complessa, con implicazioni potenzialmente negative per la governance e la strategia. "Sebbene sia probabile che gli azionisti di Banco Bpm mantengano una quota di maggioranza, prevediamo che Crédit Agricole diventi il maggiore azionista di minoranza, con una quota superiore al 40%. Ciò potrebbe innescare una certa resistenza politica, soprattutto alla luce del precedente creato dalle trattative tra UniCredit e Banco Bpm", commentano da Scope ipotizzando l'esercizio del golden power "per imporre restrizioni, in particolare su prestiti e investimenti".

Un altro potenziale problema individuato dall'agenzia di rating europea sarebbe la complessità dell'integrazione delle attività di wealth management e bancassicurazione dei due gruppi. Banco Bpm ha recentemente acquisito la società di gestione patrimoniale Anima H. e possiede una controllata di assicurazioni vita, Bpm Vita, mentre Crédit Agricole Italia distribuisce i servizi delle controllate specializzate del gruppo capogruppo, tra cui Amundi.

bon

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0915:06 ott 2025