FOCUS: Capital Group analizza 4 possibili scenari legati ai dazi
MILANO (MF-NW)--Il mondo è recentemente entrato in uno scenario di guerra commerciale tra le maggiori potenze economiche, caratterizzato da ingenti dazi, restrizioni alle esportazioni di tecnologia e altre misure protezionistiche che accelererebbero il disaccoppiamento economico e lo spostamento delle catene di approvvigionamento. Secondo Jody Jonsson, Equity Portfolio Manager di Capital Group, l'erosione del vecchio assetto geopolitico non è iniziata con l'attuale amministrazione repubblicana, ma è in atto almeno dalla crisi finanziaria globale del 2007-2009. La novità è che gli Stati Uniti, principali difensori del libero scambio globale, stanno ora cercando di ridefinirlo.
"Nel breve termine, i tentativi dell'amministrazione Trump di ristrutturare radicalmente il commercio globale, o anche un periodo prolungato di incertezza, potrebbero rallentare la crescita, alimentare l'inflazione e aumentare il rischio di recessione. A più lungo termine, l'incertezza prolungata potrebbe influire negativamente sulla reputazione degli Stati Uniti come partner commerciale affidabile e alleato in materia di sicurezza", afferma l'esperto.
4 POSSIBILI SCENARI
Il team di Capital ha individuato quattro possibili scenari: guerra commerciale, grandi accordi commerciali, ritorno delle potenze globali e nazionalismo assertivo. "Grandi potenze come gli Stati Uniti e la Cina si scontrano in termini di tecnologia e commercio, ma non desiderano un confronto militare", sottolinea il manager. Se il mondo rimarrà in una situazione di conflitto commerciale prolungato, la crescita economica sarà probabilmente più modesta e l'inflazione potrebbe aumentare, avverte l'esperto. D'altro canto, i mercati potrebbero reagire positivamente qualora i negoziati commerciali producessero esiti favorevoli in tempi relativamente brevi. Nello scenario dei grandi accordi, le alleanze tradizionali vengono ripristinate, magari con alcuni aggiustamenti. I conflitti geopolitici si attenuano e i leader politici stringono accordi commerciali di ampio respiro. "Questo è lo scenario più favorevole e in generale un contesto positivo per i mercati azionari e l'economia", spiega Jonsson. L'isolazionismo, l'opposto di questo scenario favorevole, è invece caratterizzato da una guerra commerciale globale e da un maggiore ricorso alla forza militare per affrontare le questioni di sicurezza, con un potenziale rischio di scontri militari tra le grandi potenze. Questo è lo scenario peggiore, che combina guerre commerciali con potenziali conflitti armati. "Il ritorno delle grandi potenze" sarebbe infine caratterizzato da una serie di patti di non aggressione tra le principali potenze, ciascuna delle quali dominerebbe un blocco regionale. "Si tratterebbe di un ritorno all'era degli imperi, in cui Stati Uniti, Cina e Russia avrebbero una propria sfera di influenza", spiega Jonsson.
QUANTO TEMPO CI VORRÀ PERCHÉ SI DELINEI UN QUADRO CHIARO DEL NUOVO ASSETTO GLOBALE
Data la complessità dei negoziati commerciali e il vasto numero di partner commerciali, l'esperto avverte che gli investitori non dovrebbero aspettarsi una risoluzione rapida. "Il mondo è in una fase di transizione. Ci sono voluti anni per costruire l'assetto postbellico e potrebbero volercene molti prima che si stabilizzi un nuovo assetto geopolitico", commenta Jonsson, aggiungendo che l'US Trade Representative (Ustr) non ha la capacità di definire accordi dettagliati con circa 90 Paesi durante la pausa di 90 giorni che terminerà a luglio. "Per calmare i mercati, l'amministrazione Trump vorrà annunciare una serie di accordi il più rapidamente possibile. Potrebbe trattarsi di accordi di entità limitata, senza un accordo di libero scambio completo, come quelli raggiunti durante la prima amministrazione Trump con Giappone, Cina e Brasile", prosegue l'esperto, aggiungendo che la pausa tariffaria di 90 giorni potrebbe essere prorogata.
Il team di Capital si aspetta che l'amministrazione repubblicana cerchi di raggiungere alcuni accordi iniziali con il Giappone e la Corea, che secondo Jonsson sarebbero più facili da realizzare. "Rinegoziare l'accordo tra Stati Uniti, Messico e Canada sarà invece complicato e i negoziati formali non sono ancora iniziati, quindi ci vorrà del tempo. Allo stesso modo, i negoziati con l'Ue richiederanno molto più tempo", avverte il manager, sottolineando come lunghi negoziati potrebbero pesare ulteriormente sui mercati e sull'economia. Per Jonsson, la mancanza di certezza è uno dei problemi più gravi. "Le aziende saranno riluttanti ad assumersi impegni di spesa in conto capitale a lungo termine senza una visione più chiara delle regole future", afferma il manager, evidenziando che la spesa delle imprese potrebbe rimanere bassa per un lungo periodo. "Anche dopo la conclusione degli accordi, esiste il rischio che la credibilità degli Stati Uniti come perno del commercio e della sicurezza globale possa diminuire nel lungo termine, così come la percezione del dollaro come valuta di riserva e la sicurezza percepita del debito pubblico statunitense", conclude Jonsson.
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0914:09 giu 2025