FOCUS: contrazione meno grave per manifatturiero italiano ad aprile

MILANO (MF-NW)--Gli ultimi dati hanno certificato un ulteriore deterioramento delle condizioni operative dei produttori di beni italiani. Sono tuttavia stati evidenti segnali che mostrano un calo meno grave rispetto ad inizio anno, con la contrazione dei nuovi ordini che ha perso sensibilmente slancio. Tale tendenza vale anche per le vendite destinate al mercato estero. Ad aprile, la produzione manifatturiera è scesa lievemente, segno evidente di una riduzione della flessione. La sempre maggiore incertezza ha tuttavia continuato a smorzare la fiducia delle imprese per le prospettive future. Sebbene i produttori abbiano continuato a segnalare un aumento dei costi, il tasso di inflazione è stato il più debole del 2025, con i prezzi di vendita che però sono cresciuti ad un ritmo più sostenuto.

Nel dettaglio il Pmi manifatturiero italiano si è attestato ad aprile a 49,3 punti, in miglioramento dai 46,6 di marzo. L'ultima lettura rappresenta il calo più contenuto delle condizioni operative da otto mesi, con quattro delle cinque componenti che hanno avuto un'influenza direzionale positiva.

STABILIZZAZIONE NONOSTANTE DAZI

“Nonostante la politica tariffaria degli Stati Uniti, gli ultimi dati sembrano indicare una stabilizzazione. Dopo un calo quasi ininterrotto dall'aprile del 2024, la produzione ha quasi raggiunto la soglia dei 50 punti, segnalando che la produzione è più o meno allo stesso livello del mese precedente. L'inversione di tendenza sembra emergere anche in termini di nuovi ordini, dove il calo è decisamente più lieve rispetto ai mesi precedenti. Ciò si allinea al fatto che le scorte di materie prime e di semilavorati si sono ridotte solo leggermente", commenta Cyrus de la Rubia, Chief Economist di Hamburg Commercial Bank.

Per l'esperto, "considerando i migliori risultati dell'indagine, la crescita è di nuovo possibile. Detto ciò, dopo la recessione quasi ininterrotta da metà del 2022, il settore manifatturiero italiano dovrà cercare di uscire da una situazione piuttosto complessa. Ci saranno ancora diversi ostacoli lungo il percorso, primi fra tutti la politica tariffaria degli Stati Uniti e la minaccia di un'intensificazione della concorrenza cinese, che spingerà sul mercato europeo un numero di prodotti ancora maggiore rispetto al passato".

"L'aumento dei dazi e l'incertezza pesano sul settore manifatturiero italiano e si riflettono nell’ottimismo inferiore alla media riportato dalle aziende manifatturiere italiane. Ci si poteva tuttavia aspettare un crollo della fiducia maggiore e il fatto che i dati Pmi segnalano una stabilizzazione piuttosto che un netto peggioramento può essere connesso al fatto che il manifatturiero sta ancora beneficiando di alcuni accordi precedentemente stipulati per aggirare l'aumento delle tariffe.

Inoltre, il settore della difesa dovrebbe registrare un aumento della domanda di attrezzature, che dovrebbe avere un effetto a catena sull'intero settore manifatturiero", conclude il capo economista.

alb

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0212:16 mag 2025