FOCUS: euro e franco in rialzo ma resta il nodo della crescita Usa (Vontobel)

MILANO (MF-NW)--Le prospettive cicliche per l'euro sono state indebolite dai dazi e dalla forza persistente degli Stati Uniti, ma i trend di mercato indicano che lo scenario di un rialzo a lungo termine rispetto al dollaro resta valido, con il rischio principale rappresentato da un'economia statunitense più forte del previsto.

"Il rally del dollaro dello scorso anno è stato alimentato dalla forte crescita degli Stati Uniti e dai ripetuti aumenti del Pil. Ma lo slancio è svanito nel 2025. L'indice del dollaro statunitense è sceso di circa l'11% nella prima metà dell'anno, segnando la fine di una corsa al rialzo strutturale iniziata nel 2010 e che ha portato a un guadagno cumulativo di circa il 40% alla fine del 2024", afferma Gianni Piazzoli, Cio di Vontobel Wealth Management Sim. "Nel 1985, il crollo del dollaro è avvenuto a seguito agli Accordi del Plaza, quando le principali economie si sono coordinate per indebolire la valuta statunitense dopo una fase di rafforzamento eccessivo".

"I dazi statunitensi del 15% imposti all'Ue, insieme a un euro più forte, rendono più vulnerabili gli esportatori dell'Eurozona. A nostro avviso, il rischio maggiore non è un ulteriore indebolimento dell'Europa, ma una ripresa degli Stati Uniti. Il consenso sulla crescita degli Stati Uniti è sceso dal 2,3% all'1,5% per il 2025 e dal 2% all'1,7% per il 2026", prosegue l'esperto. "Le proiezioni per l'Eurozona sono rimaste vicine all'1%, con la possibilità di qualche revisione al rialzo. Infatti, il recente aggiornamento della Bce indica una crescita pari al 1,2% per il Pil 2025 prospettando, rispetto al quadro reso lo scorso giugno, una miglior tenuta dei consumi, maggiori investimenti e un minor rallentamento del commercio internazionale".

"Inoltre, va segnalata la revisione, seppur marginale, al rialzo delle prospettive d'inflazione dell'Eurozona pari a 2.1% nel 2025 e 1.7% nel 2026 secondo la Bce", puntualizza Piazzoli. "L'insieme di questi elementi porta alla considerazione che l'attuale livello al 2% sui tassi sui depositi possa essere il punto di arrivo dei tassi BCE. Dal canto suo, la Fed dovrebbe iniziare il nuovo ciclo di taglio dei tassi sui Fed Funds mercoledì. Dopo l'apertura del presidente Jerome Powell al taglio dei tassi, il fattore decisivo resta rappresentato dai dati Usa, in particolare quelli del mercato del lavoro, sempre più deboli".

"Il rialzo dell'inflazione americana del mese di settembre a 2.9% ha rispettato invece le attese, con un impatto dei dazi giudicato una-tantum che sarà ancora più visibile nei trimestri a venire prima di rientrare nella seconda parte del 2026. Resta invariato il nostro approccio di lungo termine: strutturalmente rialzista sull'Euro, con la crescita degli Stati Uniti più forte del previsto come principale rischio. L'evoluzione politica francese resta sempre un'incognita. Tuttavia, dal punto di vista dei mercati, vediamo le difficoltà transalpine più che compensate dalle aspettative dello stimolo fiscale tedesco", spiega l'esperto.

"In Svizzera", aggiunge Piazzoli, "i dazi potrebbero pesare sulla crescita, ma le prospettive del franco si basano sul suo ruolo di copertura difensiva, il che mantiene intatto lo scenario rialzista a lungo termine. L'inflazione è leggermente aumentata a luglio, con l'Ipc complessivo in crescita dello 0,2% su base annua e quello core dello 0,8%, trainato dai trasporti, dai servizi e da alcuni prezzi dei beni alimentari, mentre un franco forte ha mantenuto bassi i costi delle importazioni".

"I dazi a sorpresa del 39% imposti dagli Usa sulle esportazioni svizzere ad agosto hanno inizialmente provocato un breve selloff del franco. Sebbene tale aliquota possa pesare sulle prospettive di crescita della Svizzera, non influisce sulla valuta: la forza del franco dipende meno dai fondamentali interni o dai differenziali dei tassi e più dal suo ruolo di copertura strutturale. Con la diversificazione che torna in primo piano e il riemergere del tema della de-dollarizzazione", conclude l'analista, "il suo appeal difensivo è, a nostro avviso, più forte che mai. Tali fattori lasciano intatte le prospettive a lungo termine di un franco più forte".

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MF NEWSWIRES (redazione@mfnewswires.it)

1512:27 set 2025