FOCUS: Europa potrà resistere a dazi Usa grazie a Germania e Bce (Ofi Invest AM)
MILANO (MF-NW)--Per valutare l’impatto delle politiche economiche di Donald Trump sull’Eurozona, è fondamentale distinguere tra effetti a breve termine e implicazioni strutturali di più lungo periodo, osserva Ombretta Signori, head of Macroeconomic Research and Strategy di Ofi Invest AM. L’introduzione di dazi generalizzati del 10% da parte degli Stati Uniti rappresenterebbe uno shock negativo per il commercio internazionale, che potrebbe tradursi in un rallentamento della crescita del Pil dell’area euro di circa mezzo punto percentuale. Uno scenario ancora più severo, con tariffe al 20%, rischierebbe di azzerare completamente la dinamica di crescita, amplificando le ricadute sull’export europeo e sull’attività industriale.
Tuttavia, nel medio-lungo termine "entreranno in gioco elementi capaci di sostenere la ripresa, in primis l’ambizioso piano d’investimenti pubblici annunciato dalla Germania", osserva Signori. Berlino prevede infatti di mobilitare circa 500 miliardi di euro entro il 2028 per finanziare infrastrutture e transizione energetica, una spinta che, secondo le stime di Ofi Invest AM, potrebbe incrementare in modo strutturale la crescita tedesca di 0,3-0,4 punti percentuali all’anno e fornire un contributo positivo anche all’intera eurozona, con un impatto compreso tra lo 0,1% e lo 0,15% sul Pil complessivo.
Guardando alla politica monetaria, il processo disinflazionistico in Europa appare in fase di consolidamento, "con il costo del denaro che sembra avviato a rientrare nei valori target entro la fine di quest'anno, essendo sceso dal 2,3% al 2,2% nel mese di marzo, con anche la componente legata ai servizi che sembra rientrare su livelli più gestibili rispetto ai picchi raggiunti", osserva Signori. Alla luce di ciò, la Bce dovrà prendere in considerazione l'effetto delle politiche protezionistiche, ma anche di eventuali stimoli fiscali, "Il solito scontro tra colombe e falchi che si sta già facendo sentire. Tuttavia, non si è ancora giunti al punto in cui l'inflazione è totalmente sotto controllo ed è molto probabile che l'istituto di Francoforte procederà con altri tagli prima di fermarsi", conclude l'esperta.
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2511:10 apr 2025