FOCUS: Francia, improbabile una riforma finanze pubbliche (Edmond de Rothschild)
MILANO (MF-NW)--In Francia il voto di fiducia al governo Bayrou si è concluso con un fallimento, accelerando le sue dimissioni e la caduta del governo. La Francia si ritrova così nella stessa situazione dell'anno scorso dopo le dimissioni di Michel Barnier e si appresta ad avere il suo quinto primo ministro in tre anni.
"Tutto questo è segno della significativa instabilità politica che caratterizza il Paese dall'inizio del secondo mandato di Emmanuel Macron", affermano gli analisti di Edmond de Rothschild. "Il presidente ha ora tre opzioni davanti a sé: nominare un nuovo primo ministro, sciogliere l'Assemblea Nazionale oppure dimettersi".
"La nomina di un nuovo primo ministro sarebbe possibile solo con l'appoggio del Partito socialista, a seguito dell'intransigenza del Rassemblement National. In questo caso, il nuovo primo ministro avrebbe margini comunque ristretti quanto François Bayrou, limitando in modo significativo la sua capacità di votare un testo ambizioso sulla riduzione del deficit pubblico", spiegano gli esperti. "Nonostante la difficoltà di trovare un compromesso nell'attuale configurazione dell'Assemblea Nazionale, gli investitori potrebbero scegliere di vedere il bicchiere mezzo pieno e applaudire l'assenza di ulteriori slittamenti nei saldi di bilancio, che si tradurrebbero in una stabilizzazione dello spread Oat-Bund e in un temporaneo aumento dell'attrattiva dei titoli francesi con il dissiparsi dell'incertezza politica".
"Tuttavia", puntualizzano gli strategist, "la Francia non farebbe altro che rinviare ancora una volta la delicata questione delle finanze pubbliche, che tornerà alla ribalta il prossimo anno, in attesa di un vero chiarimento entro il 2027 al più tardi".
"Lo scioglimento dell'Assemblea Nazionale non è da escludere date le profonde divisioni all'interno della classe politica, ora aggravate da un movimento di protesta sociale che inizierà domani", proseguono gli analisti. "In caso di forte mobilitazione, Macron potrebbe scegliere di restituire il potere ai cittadini con nuove elezioni, nella speranza che questa volta emerga una maggioranza più chiara. Questo scenario è certamente quello auspicato dal Rassemblement National, che minaccia di censurare qualsiasi nuovo primo ministro indipendentemente dal suo orientamento politico".
"Marine Le Pen vede infatti nell'attuale situazione politica un'opportunità per accedere al potere, ma i sondaggi continuano a suggerire che i progressi del suo partito non sarebbero sufficienti a garantirle la maggioranza assoluta, anche considerando un'alleanza con i Repubblicani", spiegano gli analisti. "Anche se uno scioglimento costituirebbe probabilmente una spiacevole sorpresa per i mercati finanziari, portando forse a un significativo ampliamento dello spread francese e a una sottoperformance del Cac 40 rispetto ai suoi omologhi europei, l'impatto dovrebbe rimanere contenuto. Inoltre, stimiamo che il contagio agli altri tassi europei e all'euro rimarrebbe generalmente limitato".
"Le dimissioni presidenziali, per quanto improbabili, non possono essere escluse poiché sono richieste da una parte del movimento di protesta del 10 settembre. È anche l'obiettivo di France Insoumise, che rifiuta qualsiasi compromesso, anche se venisse nominato un primo ministro di sinistra, per costringere Macron a riconoscere il blocco istituzionale e a dimettersi prima della fine del suo mandato", aggiungono gli strategist.
"In questo scenario sarebbe sicuramente il meno favorevole per gli asset francesi, poiché il rischio di una vittoria degli estremisti sarebbe significativo e potrebbe portare a un marcato ampliamento dello spread francese, che raggiungerebbe probabilmente nuovi massimi. In questo scenario, il rischio di contagio con il deprezzamento dell'euro e le tensioni sul mercato del credito sarebbero palpabili. Infatti", aggiungono gli esperti, "il timore degli investitori non sarebbe quello di sforzi insufficienti per ridurre il deficit di bilancio, ma piuttosto che esso possa deteriorarsi nuovamente, poiché i programmi di questi partiti politici prevedono un aumento significativo della spesa pubblica senza reali misure di risparmio, per non parlare della loro volontà di impegnarsi in uno scontro con Bruxelles. Tuttavia, la probabilità delle dimissioni di Macron rimane molto bassa, poiché egli stesso ha recentemente indicato che porterà a termine il suo mandato".
"Qualunque sia l'esito dell'attuale crisi politica", concludono gli analisti, "la probabilità di una riforma significativa delle finanze pubbliche rimarrà bassa, tanto che gli stessi mercati finanziari sembrano rassegnati e potrebbero accontentarsi di uno scenario in cui il deficit di bilancio non peggiori ulteriormente. Tuttavia, pur non essendo catastrofica, la situazione è preoccupante, poiché la Francia si discosta dal resto dell'Eurozona con il disavanzo di bilancio più elevato (-5,8% nel 2024; -5,4% previsto nel 2025 contro una media dell'Eurozona intorno al -3%) e un debito pubblico in crescita (113% nel 2024 e 117% previsto nel 2025). Questo deterioramento dei saldi di bilancio è dovuto principalmente al calo delle entrate fiscali dovuto alle riduzioni fiscali concesse alle famiglie (-1,6 punti dal 2017) e alle imprese (-0,8 punti), che non è stato compensato da una riduzione della spesa pubblica (tornata ai livelli del 2017 dopo il picco pandemico)".
ava
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0910:15 set 2025