FOCUS: Germania, ripresa lenta ma segnali positivi per 2026 (Coface)

MILANO (MF-NW)--Nonostante il perdurare di criticità nel comportamento di pagamento e un'economia che fatica a scrollarsi di dosso anni di stagnazione, lo scenario per la Germania inizia a mostrare spiragli di miglioramento. È quanto emerge dall'analisi di Coface, secondo cui il 2025 conferma, da un lato, un contesto ancora fragile, con ritardi in aumento nei pagamenti e un rischio commerciale elevato, ma dall’altro, segnala un cambio di passo atteso per il 2026, sostenuto da politiche fiscali espansive e investimenti pubblici in settori strategici.

RITARDI DEI PAGAMENTI IN CRESCITA PER IL QUARTO ANNO CONSECUTIVO

Nel 2025, l’84% delle aziende tedesche concede termini di pagamento, il valore più alto dal 2016. La tradizionale tendenza tedesca a richiedere pagamenti rapidi, tuttavia, si è persino rafforzata: il 92% delle imprese intervistate impone termini entro 60 giorni. In questo contesto, il termine medio di pagamento si è mantenuto stabile a 32,5 giorni (32,1 nel 2024), segno che le imprese, pur offrendo dilazioni, restano caute. L’81% delle imprese ha registrato nuovi ritardi nei pagamenti, tre punti percentuali in più rispetto al 2024 e vicino al massimo del 2019. Anche la durata media dei ritardi è aumentata di un giorno, toccando quota 31,8 giorni. Sebbene il dato resti sotto la media pre-Covid (39,7 giorni), rappresenta un deterioramento che merita attenzione. Il dato più preoccupante riguarda i ritardi prolungati (oltre sei mesi): il 12% delle aziende ne ha risentito per oltre il 2% del proprio fatturato. Il settore costruzioni è il più colpito (24% delle imprese). Coface sottolinea come l’80% di questi ritardi si traduca in perdite definitive, con conseguenze concrete sulla salute finanziaria delle imprese.

UN RIMBALZO ALL’ORIZZONTE, STIMOLI E FIDUCIA PER IL 2026

Nonostante le difficoltà, cresce l’ottimismo guardando al 2026. Se per il 2025 la percentuale di aziende pessimiste supera quella degli ottimisti di 17 punti, per l'anno successivo il saldo torna positivo ( 16 punti), grazie all'attesa per politiche di stimolo: investimenti pubblici in difesa, infrastrutture e transizione climatica, accompagnati da incentivi fiscali a favore delle imprese. Un'inversione di sentiment che riflette la centralità della Germania nell'economia europea, pur in un contesto ancora segnato da tensioni politiche e fragilità strutturali.

GERMANIA RESTA AL CENTRO DELL’EXPORT PER LE IMPRESE ITALIANE

La Germania resta il mercato più promettente secondo le imprese intervistate. Gli Stati Uniti invece perdono attrattiva, tornati ai livelli di popolarità del primo mandato Trump, complici le incertezze sulla politica commerciale. Per questo, il 23% delle imprese ha già avviato strategie di de-risking (diversificazione dei fornitori, rilocalizzazione, maggiore controllo sui pagamenti), percentuale che potrebbe salire al 54% nei prossimi tre anni, soprattutto nei settori più esposti all'export. “L'aumento dei ritardi nei pagamenti conferma le difficoltà di un'economia che continua a rappresentare il motore industriale dell'Europa. Nonostante le difficoltà attuali, il quadro che emerge per il 2026 appare più costruttivo, grazie alle misure di stimolo annunciate che potrebbero favorire una ripresa della domanda interna e sostenere il rilancio di settori strategici. Per le imprese italiane, che trovano proprio nella Germania il principale mercato di sbocco per le esportazioni, diventa fondamentale seguire da vicino l'evoluzione di questo scenario”, ha dichiarato Pietro Vargiu, country manager Coface Italia.

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MF NEWSWIRES (redazione@mfnewswires.it)

1518:59 lug 2025