FOCUS: perchè l'oro può superare 4.300 usd (GS)
MILANO (MF-NW)--L’oro si avvia verso il settimo rialzo settimanale consecutivo, mentre la chiusura del governo statunitense aggiunge ulteriore incertezza sul percorso di allentamento monetario della Fed. Il prezzo spot del lingotto ha aggiornato il 2 ottobre il massimo storico a quota 3.896,49 dollari l’oncia e alle 18:30 del 3 ottobre resta vicino a questo livello a 3.881,25 dollari l’oncia ( 0,94%).
IL RALLY DELL’ORO NON SI FERMERÀ
La corsa frenetica ( 47% da inizio anno, verso il maggior guadagno annuale dal 1979) ha lasciato il metallo prezioso vulnerabile a correzioni. Secondo gli indicatori tecnici è scambiato in territorio di ipercomprato. Con lo shutdown negli Stati Uniti e nessun segnale di un imminente accordo tra repubblicani e democratici per sbloccare la situazione, di cui Donald Trump sta anzi approfittando per tagliare ulteriormente i dipendenti pubblici, non verrà pubblicato oggi, 3 ottobre, il rapporto sull’occupazione Usa. Gli investitori guardano, allora, ai dati privati per ottenere indizi cruciali sulle prossime mosse dalla Fed. Quelli diffusi il 2 ottobre dalla società Challenger, Gray & Christmas hanno mostrato che i datori di lavoro statunitensi hanno ridotto i piani di assunzione a settembre e annunciato meno tagli di posti di lavoro. I futures sui Fed Funds indicano che il mercato continua ad aspettarsi un nuovo taglio dei tassi di interesse da 25 punti base al Fomc in programma il 28-29 ottobre. Tassi di interesse più bassi tendono a favorire i metalli preziosi.
ANCHE LA SPECULAZIONE SOSTIENE IL LINGOTTO
Oltre che dalle aspettative di ulteriori tagli dei tassi negli Stati Uniti quest’anno e dalle preoccupazioni sull’impatto della chiusura del governo statunitense, il lingotto è sostenuto anche dagli acquisti delle banche centrali in seguito alla pausa stagionale estiva, dall’aumento delle partecipazioni in Etf garantiti dall’oro e dalla debolezza del dollaro. A queste motivazioni Daan Struyven, esperto di Goldman Sachs, aggiunge un rafforzamento delle posizioni speculative. "I rischi al rialzo rispetto alle nostre previsioni di un prezzo dell’oro a 4.000 dollari l’oncia a metà del 2026 e di 4.300 dollari l’oncia a dicembre del 2026 si sono ulteriormente intensificati per due motivi", analizza Struyven, "primo, il posizionamento speculativo, fonte di volatilità, spiega circa 1 punto percentuale del rally del 14% dal 26 agosto, e non è aumentato nelle ultime tre settimane. Secondo, la grande sorpresa dell’aumento delle partecipazioni negli Etf occidentali a settembre: 109 tonnellate effettive rispetto alle 17 tonnellate previste dal nostro modello basato sul calo dei tassi d’interesse statunitensi. Questo suggerisce che il principale rischio al rialzo sulle nostre previsioni, cioè il fatto che gli investitori privati stanno diversificando parecchio con l’oro, si sta concretizzando". Poiché il mercato dell’oro è relativamente modesto con le partecipazioni negli Etf occidentali pari a solo circa l’1,5% dei Treasury Usa in mano agli investitori privati, "un piccolo spostamento della diversificazione dai titoli a reddito fisso dei mercati sviluppati può generare il prossimo aumento rilevante del prezzo dell’oro su cui rimane la nostra raccomandazione long tra le materie prime", conclude Struyven.
BALZANO LE VENDITE DI PRODOTTI D’ORO
"Il metallo prezioso resta molto vicino alla soglia dei 3.900 dollari", sottolinea anche Tim Waterer, analista di Kcm Trade. "Con lo shutdown del governo Usa che crea incertezza sull’impatto sul pil, e con ulteriori tagli ai tassi probabilmente in arrivo già questo mese, le condizioni restano favorevoli affinché l’oro continui ad avanzare", anche perché, nel frattempo, le vendite di prodotti d’oro della Perth Mint, una delle zecche più famose al mondo per la produzione di monete d’oro, a settembre sono balzate del 21% rispetto al mese precedente, mentre le vendite di argento sono salite al livello più alto degli ultimi cinque mesi.
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MF NEWSWIRES (redazione@mfnewswires.it)
0319:35 ott 2025