FOCUS: relativa stabilità dei mercati sta spingendo Trump a dazi più aggressivi (Columbia Threadneedle Inv.)
MILANO (MF-NW)--La politica commerciale statunitense è tornata al centro dell’attenzione dopo che, la settimana scorsa, il presidente Usa Donald Trump ha annunciato numerose nuove tariffe e posticipato al 1* agosto la scadenza dei negoziati volti a evitare o attenuare i dazi "reciproci”. Lo scorso aprile, Trump aveva promesso di chiudere 90 accordi in 90 giorni entro il 9 luglio, ma finora ne sono stati conclusi solo tre con la Cina, il Regno Unito e il Vietnam. I mercati finanziari, tuttavia, sembrano ignorare le tensioni commerciali, con l’indice S&P 500 che la scorsa settimana ha toccato un nuovo massimo storico.
"L’amministrazione repubblicana ha iniziato a inviare comunicazioni formali ai partner commerciali per informarli delle nuove aliquote che, per la maggior parte dei Paesi, sembrano ricalcare le tariffe precedentemente sospese del Liberation Day. Di fronte a questi sviluppi, la solidità dei mercati azionari si basa sull’idea che, nonostante le minacce, Trump continuerà a privilegiare la retorica rispetto all’azione concreta, mantenendo i dazi intorno al 10%, come già accaduto con Regno Unito e Cina", afferma Anthony Willis, investment manager di Columbia Threadneedle Investments.
Tuttavia, emerge un certo compiacimento. Secondo l'esperto, "la bassa volatilità sta infatti incoraggiando Trump a spingersi verso misure più aggressive". Non a caso, il presidente Usa ha dichiarato che i dazi sono stati accolti "molto bene". Willis avverte che, per alcuni Paesi, le tariffe saranno ben superiori al 10%. "Si parla di possibili accordi quadro imminenti con l’Unione Europea e l’India, anche se Trump ha minacciato una tariffa del 30% per l’Ue. Per quanto riguarda l’India, ha ventilato un ulteriore 10% di dazio, giustificandolo con l’appartenenza del Paese al gruppo Brics, che secondo l'inquilino della Casa Bianca sarebbe nato con l’intento di danneggiare gli Stati Uniti", evidenzia Willis. Trump ha già annunciato una tariffa del 50% sul Brasile, un netto aumento rispetto al 10% comunicato ad aprile, nonostante il Paese registri un deficit commerciale con gli Stati Uniti.
Secondo l'esperto, si profila inoltre l’introduzione di dazi settoriali, con indagini in corso ai sensi della Sezione 232 su comparti come rame, legname, semiconduttori e farmaceutica. La scorsa settimana, i prezzi del rame negli Stati Uniti hanno registrato un’impennata dopo l’annuncio di Trump di un dazio del 50% sulle importazioni del metallo, misura poi confermata con decorrenza dal 1* agosto. Il presidente Usa ha inoltre minacciato possibili tariffe sui prodotti farmaceutici nei prossimi 18 mesi. "Le tariffe settoriali aggiuntive andranno a sommarsi all’aliquota tariffaria effettiva, che potrebbe avvicinarsi al 20% già all’inizio di agosto. Questo dato resta però altamente variabile, avendo oscillato tra il 2,5% e il 26,5% nel corso dell’anno", spiega il manager, aggiungendo che la forte volatilità rende difficile qualsiasi pianificazione futura.
Un livello medio dei dazi intorno al 20% sarebbe ben superiore alle aspettative dei mercati e potrebbe rapidamente invertire il sentiment da “bicchiere mezzo pieno” a “bicchiere mezzo vuoto”, avverte Willis, sottolineando che i fondamentali economici restano solidi, ma i prossimi mesi saranno cruciali per valutare l’impatto dei dazi doganali. "Le imprese dovranno decidere se assorbire i costi aggiuntivi o trasferirli sui consumatori. Alla luce degli attuali livelli di mercato, desta preoccupazione il fatto che molte notizie positive sembrino già incorporate nei prezzi, mentre i potenziali rischi al ribasso (legati a dazi più elevati del previsto e a una portata limitata degli accordi commerciali) potrebbero essere stati sottovalutati", evidenzia il manager.
Nel complesso, "ci stiamo avvicinando a un periodo dell’anno caratterizzato da un calo dei volumi di scambio, durante il quale i titoli dei giornali possono avere un impatto sproporzionato sui mercati. Monitoreremo con particolare attenzione la prossima stagione degli utili e i dati sull’inflazione, fondamentali per valutare l’effetto dei dazi doganali e, naturalmente, per osservare i livelli effettivi delle tariffe che verranno concordate o imposte nelle settimane a venire", conclude l'esperto.
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MF NEWSWIRES (redazione@mfnewswires.it)
1510:24 lug 2025