FOCUS: S&P taglia stime Pil Italia e mondiali per colpa dei dazi
MILANO (MF-NW)--Sforbiciata alle stime sul Pil mondiale, comprese quelle sull'economia italiana, da parte degli analisti di S&P Global Ratings.
S&P TAGLIA STIME PIL ITALIANO
Nel dettaglio la stima dell'agenzia di rating sull'Italia nel 2025 è ora di una crescita dello 0,5%, seguita da un 0,8% nel 2026 e un 0,9% sia nel 2027 che nel 2028. Le previsioni diffuse alla fine di marzo stimavano per l'Italia una crescita dello 0,6% nel 2025 e dell'1% nel 2026 e 2027. A livello mondiale la stima è ora del 2,7% per il
2025, un taglio di 0,3 punti percentuali.
CAMBIAMENTO SISMICO IN POLITICA COMMERCIALE
"Un cambiamento sismico e incerto nella politica commerciale degli Stati Uniti ha scosso i mercati, alimentando il timore di un rallentamento economico globale. Di conseguenza, S&P ha aggiornato la propria view macroeconomica. L'aumento delle tariffe all'importazione da parte degli Stati Uniti, le ritorsioni da parte dei partner commerciali, le concessioni in corso e la conseguente turbolenza dei mercati rappresentano uno shock al sistema, con impatti concentrati sulla fiducia e sulla formazione dei prezzi. L'economia reale ne sarà sicuramente influenzata, ma resta da capire in quale misura", puntualizzano gli esperti. "S&P ha di nuovo rivisto al ribasso le proprie previsioni di crescita del Pil per la maggior parte dei Paesi e al rialzo le stime di inflazione per gli Stati Uniti. L'agenzia di rating prevede un rallentamento significativo della crescita, ma al momento non si attende una recessione statunitense", prosegue l'agenzia di rating. "I rischi per lo scenario di base restano fortemente orientati al ribasso, data la possibilità che l'impatto dello shock tariffario sull’economia reale risulti più ampio del previsto. Anche la configurazione di lungo periodo dell’economia globale — e il ruolo degli Stati Uniti al suo interno — appare oggi più incerta", avvertono da S&P.
L'OUTLOOK DEGLI USA...
Entrando nel dettaglio dei numeri principali, "a nostro avviso i dazi del 2 aprile hanno determinato un calo più rapido della crescita del Pil Usa del 2025 rispetto alla nostra precedente previsione. Nonostante una base migliore grazie alla revisione al rialzo dell'ultimo trimestre del 2024, prevediamo che la crescita del Pil statunitense scenda ad appena lo 0,9% su base annua nell'ultimo trimestre del 2025. La domanda interna (Pil al netto delle esportazioni nette) dovrebbe espandersi a un ritmo trimestrale annualizzato inferiore all'1% per il resto dell'anno", affermano gli analisti di S&P Global Ratings. Lungo questo percorso, proseguono gli esperti, "l'economia statunitense si troverebbe a flirtare con una recessione (due trimestri consecutivi di crescita negativa). Rispetto alle nostre previsioni di marzo, calcoliamo che l'economia perderà circa 60 punti base di crescita nei prossimi due anni, di cui circa due terzi nel 2025. L'inflazione core salirà al 4% alla fine del 2025, mentre l'inflazione Pce (Personal Consumption Expenditure) preferita dalla Federal Reserve raggiungerà il 3,6%". Per quanto riguarda la Fed, concludono da S&P, "prevediamo un taglio dei tassi di 50 punti base quest'anno. Non prevediamo una Fed put per sostenere i prezzi degli asset, ma vediamo la Fed più cauta sui rischi di inflazione al rialzo, data la sua esperienza con il boom dell'inflazione post-pandemia. Se i rischi di ribasso della crescita dovessero concretizzarsi, la Fed taglierà più rapidamente".
...E QUELLO DELL'EUROZONA
Per quanto riguarda infine l'Eurozona, S&P Global Ratings ha abbassato le previsioni di crescita del Pil "per il 2025 e il 2026 dello 0,2% ciascuna, a causa di ipotesi più severe sui dazi statunitensi e di una domanda estera leggermente più debole. Si stima che ulteriori tariffe universali del 10% sulle esportazioni europee verso gli Stati Uniti, insieme a tariffe specifiche del 25% su acciaio, auto e potenzialmente prodotti farmaceutici, ridurranno il Pil dell'Eurozona dello 0,4% cumulativamente nei prossimi due anni attraverso il commercio". Per gli esperti "l'impatto sarà disomogeneo tra i vari Paesi. Francia e Spagna saranno meno colpite di Germania e Italia, che sono tra le economie più grandi. Prevediamo che la robusta spesa fiscale tedesca ed europea per le infrastrutture e per la difesa contrasterà gli effetti negativi dei dazi statunitensi e dell'incertezza. Prevediamo che la crescita dell'Eurozona sarà superiore al potenziale nel 2027 e nel 2028. Il nostro scenario di base rivisto prevede un'inflazione più bassa nel 2025 e nel 2026 a causa di un apprezzamento dell'euro più forte del previsto e del calo dei prezzi del petrolio. Tuttavia, non prevediamo che l'inflazione scenda al di sotto dell'obiettivo del 2% perché lo stimolo fiscale coinciderà con un mercato del lavoro rigido, che sosterrà le pressioni sui prezzi.
L'aggiornamento delle proiezioni sulla crescita e sull'inflazione ci ha indotto a modificare le nostre previsioni sulla politica monetaria. Prevediamo ora che la Banca Centrale Europea taglierà i tassi ancora una volta a giugno, seguita da una pausa fino alla fine del 2026. Se la crescita supererà il potenziale e la resistenza del mercato del lavoro persisterà, la Bce potrebbe alzare nuovamente i tassi nella prima metà del 2027", concludono gli economisti.
alb/rov
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(fine)
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0215:46 mag 2025