FOCUS: spread in restringimento, aumenta l’appeal per il credito (T. Rowe Price)
MILANO (MF-NW)--Alla fine dell'estate, gli spread creditizi in molti settori del reddito fisso sono tornati a livelli storicamente bassi. Questa osservazione è particolarmente evidente per le società statunitensi, sia investment grade sia sub-investment grade.
"Ciò dopo l'ampliamento registrato a seguito dei primi annunci sui dazi da parte dell'amministrazione Trump all'inizio di aprile", afferma Anna Dreyer, Portfolio manager di T. Rowe Price. "Esaminando i rendimenti delle obbligazioni societarie statunitensi nell'arco di tre decenni, abbiamo riscontrato che rendimenti complessivi più elevati determinano spread creditizi più ridotti. Non sorprende che rendimenti correnti più elevati comportino in media rendimenti futuri più consistenti nel reddito fisso. Gli investitori, quindi", prosegue l'esperta, "richiedono una remunerazione inferiore sotto forma di spread creditizi più ridotti quando i rendimenti complessivi sono più elevati".
"Le obbligazioni societarie investment grade statunitensi e dell'area euro hanno guadagnato popolarità anche tra gli investitori non statunitensi, in particolare quelli asiatici. I rendimenti in molti mercati asiatici, in particolare in Giappone, sono inferiori a quelli statunitensi o europei. Di conseguenza", spiega l'analista, "negli ultimi anni gli investitori istituzionali asiatici sono diventati un importante acquirente marginale di credito societario statunitense ed europeo. Questa domanda può anche determinare una contrazione degli spread creditizi, sempre supponendo che gli investitori ritengano che i rendimenti più elevati siano sostenibili e che il rischio di credito rimanga contenuto".
"Inoltre, gli asset allocator confrontano spesso i rendimenti tra le diverse asset class quando prendono decisioni di allocazione del portafoglio. Il rendimento delle obbligazioni high yield statunitensi, ad esempio, supera attualmente il rendimento degli utili dell'indice S&P 500 di quasi tre punti percentuali", aggiunge Dreyer. "La volatilità azionaria ha storicamente superato quella delle obbligazioni high yield, quindi la combinazione di rendimenti superiori, volatilità significativamente inferiore e potenziale ribasso minore ha attirato gli investitori verso il mercato del credito non investment grade, restringendo gli spread".
"Anche lo squilibrio tra domanda e offerta gioca un ruolo importante", puntualizza la strategist. "In linea generale, la domanda di asset obbligazionari supera l'offerta. Ad esempio, gli asset negli investimenti del mercato monetario hanno raggiunto livelli storicamente elevati. Questi sono potenzialmente disponibili per essere reinvestiti in titoli di credito di alta qualità e obbligazioni con duration potenzialmente più lunga, in particolare alla luce dell'irripidimento della curva dei rendimenti dei titoli del Tesoro".
"In sintesi", conclude Dreyer, "il confronto tra gli attuali livelli di spread creditizi e quelli storici dovrebbe tenere conto di queste cause fondamentali dell'inasprimento degli spread. Sebbene gli attuali livelli di spread societari appaiano storicamente contenuti, soprattutto negli Stati Uniti, questi fattori strutturali potrebbero plausibilmente e razionalmente determinarne un ulteriore riduzione".
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MF NEWSWIRES (redazione@mfnewswires.it)
1512:46 set 2025