FOCUS: tre analogie con il primo mandato di Trump (J. Safra Sarasin)

MILANO (MF-NW)--L’attuale fase del mercato azionario ricorda sotto diversi aspetti quella del 2018, durante il primo mandato di Donald Trump, afferma Wolf von Rotberg, equity strategist di J. Safra Sarasin. Tre le analogie che emergono con maggiore evidenza: il ciclo economico si trova a tre anni dal primo rialzo dei tassi da parte della Fed, la performance dell’azionario statunitense segna un 50% dallo stesso punto di partenza e sullo sfondo si riaffacciano tensioni commerciali, in particolare con la Cina.

IL CAMBIO DI ROTTA DELLA FED

L’indebolimento del contesto macro spinse la Fed ad abbandonare il percorso restrittivo, segnando una svolta nella comunicazione di Jerome Powell. A novembre 2018, il presidente annunciò che i Fed Funds erano "vicini al livello neutro", prendendo le distanze dalla precedente posizione secondo cui i tassi erano ancora ben al di sotto di tale soglia. Il mercato colse subito il cambio di tono: i rendimenti dei Treasury toccarono il picco proprio quel mese e scesero di 180 punti base nei successivi dieci mesi.

Questo allentamento contribuì a rafforzare il ciclo economico statunitense nel 2019, favorendo una rapida ripresa dell’azionario. Dopo il sell-off di fine 2018, gli indici superarono i massimi precedenti già nell’aprile dell’anno seguente, continuando a salire fino a fine anno, in un contesto di rendimenti più bassi, crescita del Pil in accelerazione e politica monetaria espansiva.

UNA STRATEGIA FAMILIARE

Per l’esperto, questo precedente aiuta a leggere le mosse attuali di Trump, che potrebbe non temere una temporanea fase di debolezza economica se questa dovesse spingere la Fed a invertire la rotta. L’obiettivo, secondo l’analisi, è avere mercati tonici in vista delle elezioni di metà mandato del 2026, che definiranno i margini d’azione nella seconda metà della presidenza. Nel breve termine, l’istituto prevede quindi mercati azionari volatili ma senza direzionalità marcata, con l’opportunità di punti di ingresso più interessanti nei prossimi mesi. A medio termine, invece, l’impatto delle tensioni commerciali dovrebbe ridursi, mentre una combinazione di stimoli monetari e politiche pro-business potrebbe offrire nuovo sostegno ai listini.

DAZI E REVISIONI SUGLI UTILI

Per ora, gli effetti concreti dei nuovi dazi non si riflettono ancora sui dati societari. I risultati del primo trimestre, infatti, non ne sono stati condizionati, poiché le misure tariffarie sono entrate in vigore solo da aprile. Con oltre il 76% delle società statunitensi che ha già pubblicato i conti, l’Eps è cresciuto del 9,5% su base annua, trainato soprattutto da finanza e tecnologia. Tuttavia, le conference call delle società hanno lasciato intendere maggiore prudenza nelle previsioni, e nelle ultime settimane le stime sugli utili futuri sono state ritoccate al ribasso. A detta di von Rotberg, questo scenario non considera però il possibile effetto positivo della svalutazione del dollaro, che potrebbe favorire le revisioni al rialzo nelle prossime settimane, soprattutto negli Stati Uniti rispetto al resto del mondo.

Il fattore valutario sta avendo conseguenze anche sui flussi commerciali tra l’Unione economica e monetaria e gli Stati Uniti. Dall’inizio dell’anno, i titoli dell’area euro hanno sovraperformato quelli americani del 15%, segnando il miglior risultato dal 2022. Si tratta, secondo l’analisi, di un eccesso rispetto ai fondamentali e ai tassi di cambio, alimentato anche da dati macro migliori delle attese.

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MF NEWSWIRES (redazione@mfnewswires.it)

2313:07 mag 2025