FOCUS: Trump intende indebolire il dollaro, fino a che punto può spingersi? (J. Safra Sarasin)
MILANO (MF-NW)--Il dollaro ha perso quasi il 5% in termini ponderati per il commercio dal 2 aprile, con il franco svizzero che ha registrato i guadagni più elevati rispetto alla valuta americana. Tuttavia, secondo Claudio Wewel, FX Strategist di J. Safra Sarasin, il biglietto verde rimane "molto apprezzato" nonostante questa flessione.
"Sebbene nel brevissimo termine il dollaro potrebbe registrare un protrarsi della sua recente ripresa, continuano a pesare i timori sulla crescita dell'economia statunitense. Gli effetti negativi dei dazi non sono ancora del tutto visibili nei dati, ma una volta che lo saranno, metteranno la valuta americana in una posizione di svantaggio", afferma Wewel, aggiungendo che, oltre alle preoccupazioni sulla crescita, sono "l'incoerenza e l'imprevedibilità del mix di politiche della Casa Bianca a renderci pessimisti sul dollaro". L'elevato livello di incertezza politica rende infatti gli Stati Uniti meno attraenti come destinazione per gli investimenti esteri e induce le istituzioni a diversificare le riserve in dollari, spiega lo strategist, prevedendo "un'altra ondata di vendite di asset Usa nel caso in cui l'amministrazione Trump decidesse di attuare proposte politiche avanzate in precedenza come i Century bond e/o una tassa sulle riserve estere in dollari statunitensi". Misure che per Wewel avrebbero l'obiettivo mirato di indebolire la valuta americana.
L'EURO HA MOLTI DEI REQUISITI PER DIVENTARE UNA VALUTA DI RISERVA
"Per essere considerata valuta di riserva, una moneta deve soddisfare una serie di requisiti economici e istituzionali. Sul fronte economico, la valuta deve avere un mercato ampio e sufficientemente sviluppato, essere molto liquida e soggetta a un conto capitale aperto, mentre sul fronte istituzionale, lo Stato di diritto e la forza militare sono comunemente riconosciuti come caratteristiche molto importanti", spiega l'esperto. In qualità di seconda valuta di riserva mondiale, prosegue Wewel, l'euro è in grado di soddisfare molti dei requisiti sopra menzionati, anche se gli Stati Uniti sono stati spesso considerati in vantaggio in termini di forza militare e profondità del mercato. Tuttavia, con diversi Paesi dell'Ue che stanno potenziando le proprie dotazioni militari e pianificando una cooperazione più intensa, secondo l'esperto l'Eurozona "ridurrà il divario rispetto agli Stati Uniti, con gli ingenti programmi di spesa pubblica che renderanno disponibili sui mercati maggiori quantità di debito denominato in euro". Lo strategist ritiene che le banche centrali convertiranno in oro "una parte consistente" delle riserve in usd, ma anche la domanda di altre valute, come lo yen giapponese, la sterlina e il franco svizzero, "dovrebbe aumentare in una certa misura".
lvi
(fine)
MF NEWSWIRES (redazione@mfnewswires.it)
0910:47 giu 2025