MF ANALISI: l’ops Unicredit-Bpm è la prima vera occasione per testare la resistenza del golden power
di Angelo De Mattia
ROMA (MF-NW)---Se il dispositivo o la sentenza del Tar sul ricorso di Unicredit contro il Dpcm che ha applicato la normativa sul golden power all’ops dell’istituto guidato da Andrea Orcel su Banco Bpm saranno pubblicati entro il 16 luglio, come ieri ha detto il presidente del tribunale in occasione della discussione del ricorso, strettamente connesso al merito della decisione sarà importante verificare come sarà stata affrontata la questione del concorso di competenze, rispettivamente della giurisdizione amministrativa italiana e della Commissione Ue.
Secondo alcune indiscrezioni, Bruxelles rivendicherebbe il potere che solo la Commissione avrebbe di porre condizioni e vincoli alle operazioni di concentrazione bancaria. Se le anticipazioni fossero fondate ne dovrebbe discendere l'inammissibilità del suddetto Dpcm che, invece, ha dettato una serie di condizioni e limiti per l'aggregazione in questione.
Però il decreto applica una normativa primaria sul golden power riguardante anche le banche nei confronti della quale Bruxelles non ha mai eccepito alcunché. È, allora, l’applicazione che va oltre la legge? Ma la Commissione può sindacare una valutazione della sicurezza nazionale, la salus reipublicae, con le connesse necessità strategiche, che è alla base del Dpcm ed è di competenza del governo italiano come di ogni altro governo?
Anche una valutazione di proporzionalità ed adeguatezza delle condizioni sarebbe ardua, essendo in ballo la sicurezza nazionale. O si ritiene da Bruxelles che una tale esigenza non sussista, arrogandosi questo potere di sindacare una scelta nazionale? E cosa c’entra invocare l’esclusività dei poteri comunitari sulla concorrenza, vertendosi in tutt'altro campo come ora si è specificato? E, comunque, perché quando si è incluso pure il settore bancario tra quelli soggetti al golden power la Commissione non ha eccepito proponendo di circoscrivere il potere di intervento dello Stato?
Insomma, si può essere d’accordo o no sull’assoggettamento pure del suddetto settore al golden power, ma ora è una legge che lo dispone e con essa bisogna fare i conti. Di qui l’importanza delle decisioni del Tar che potrebbe rispondere al ricorso avendo presente l'ordinamento italiano sulla base del quale si possono contestare determinati aspetti che riguardano, in teoria, per esempio, uno straripamento di potere in sede applicativa, se si dovesse riscontrare una confliggenza del Dpcm con la legge; più complesso sarebbe, invece, il raccordo, se lo si volesse promuovere, con l'orientamento europeo una volta definito, così come non facile sarebbe la strada per richiedere un parere alla Corte di giustizia, per non parlare della eventuale eccezione di incostituzionalità della legge in questione.
Ma non va neppure escluso che il Tar rigetti il ricorso. In ogni caso, l'incrociarsi di normative e di competenze crea un groviglio di possibili orientamenti che, alla fin fine, potrebbe non essere condiviso dall'una o dall'altra parte o da entrambe, con la conseguenza di impugnative per adire, per esempio, il Consiglio di Stato.
Nel frattempo, i termini dell’ops di Unicredit si concluderanno il 23 luglio e i possibili ulteriori sviluppi potrebbero avere un mero valore platonico. È pur vero, però, che questo è il primo caso di una verifica di resistenza attuativa del golden power nel sistema bancario e, dunque, va seguito con grande attenzione perché farà una iniziale giurisprudenza. Tutto ciò comunque riporta ai fondamentali di questa ops e dei complessivi rapporti tra banche e con il governo.
Ci si deve chiedere, ferma restando la piena legittimità di quanto sta avvenendo, se non si sarebbe potuto imboccare la via della consensualità o, in ogni caso, dei contatti preventivi non certo per lavare i panni sporchi in casa, ma per un opportuno tentativo al cui esito poi decidere se scegliere o no un’altra via.
Negli anni Novanta fu realizzata la più grande operazione di riorganizzazione, ristrutturazione e consolidamento bancari dopo quella degli anni Trenta. Non fu di certo facile. Ma non vi furono contrasti sul piano legale tra le parti o tra queste, il governo e le autorità di supervisione. I tempi sono molto diversi. Ma alcuni fondamentali insegnamenti, frutto di lavoro e di esperienza, mantengono intatta la loro validità. (riproduzione riservata)
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1007:51 lug 2025